Wild Mazzini nasce da passioni, obiettivi professionali, incontri e libri che si sono intrecciati nel corso degli anni, mentre per gioco abbiamo iniziato a collezionare infografiche, data visualization, mappe e video.
E mentre concetti come complessità, verità e credibilità, percezione hanno iniziato a cambiare forma, sotto la spinta della crescita tecnologica esponenziale e della nostra capacità di raccogliere dati, una domande di senso che investe tutti gli ambiti della conoscenza ha cominciato ad emergere. In questo quadro la disciplina dell’information design ha iniziato a travalicare i propri standard, per ambire a forme di espressione più sofisticate, coinvolgenti e dense, diventando parte dell’immaginario collettivo – non più specialistico – e passando dalla presentazione all’evocazione.
Nel portare fuori dal mondo del giornalismo, del marketing, della scienza o dell’editoria i lavori di designer capaci di ridefinire i confini nelle nostre abitudini visive, Wild Mazzini ricerca la forza e la bellezza di un linguaggio che, pur non essendo unificato, risponde a regole precise e subisce l’influenza tanto della sfera sociale e culturale quanto dell’esperienza personale.
La scelta estetiche, linguistiche, tecniche di ciascun designer ridefiniscono il punto di vista sui temi del presente , con lo spirito del ricercatore che intuisce la presenza di qualcosa ma ne ignora la natura fino a quando non inizia a manipolarla.
Davide Fuschi, curatore
Federica Biasio, ufficio stampa e PR
Valentina D’Efilippo, Adriano Attus, Federica Fragapane, Michela Lazzaroni, Valerio Pellegrini, Max Hornaecker, Bastiaan Arler, Carlo D’Oria, Manolo Gaboa, David Bihanic, Giorgia Lupi, Stefanie Posavec, Sara Lenzi, Beniamino Servino, Lisa Borgenheimer, Andrew Magdy, Adolfo Arranz, Iaconesi+Persico, Damiano Cerrone, Mario Klingemann, Roberto Ghezzi, Marco Hernandez, Pedro Cruz, Christina Bonanno, Davide Mancino, Giovanni Magni, Delphine Papin, Paul Marcinkowski, Suzanne Treister, Daniel Eatock, Virginia Dal Magro, Madelene Wikskär